BIANCHI, ZES UNICA PUÒ DIVENTARE UNA VERA E PROPRIA POLITICA INDUSTRIALE PER IL SUD MA INCOMPATIBILE CON AUTONOMIA
Roma, 22 aprile 2024 – “ZES e Autonomia differenziata sono due modelli incompatibili: da un lato, correttamente, si prova a ricostruire un’unità degli interventi per il Mezzogiorno attraverso la ZES Unica, che comporta, in parte, un accentramento delle scelte strategiche da parte del Governo; dall’altro lato, invece, si sta provando a fare l’Autonomia differenziata con il rischio di frammentare ulteriormente le politiche pubbliche in questo Paese”. Lo ha detto il direttore della SVIMEZ Luca Bianchi, intervenuto al convegno “Zes Unica: Una grande opportunità per il Mezzogiorno?”, alla Sirenetta di Mondello (Palermo), organizzato dalla Fondazione Magna Grecia.
“Il modello originario delle otto zone economiche speciali – ha continuato Luca Bianchi – non aveva mostrato particolare efficienza e rapidità. Basti pensare che le Zes erano state istituite nel 2017 e nel 2023, dopo circa sei anni erano diventate operative da pochi mesi ed il numero di interventi agevolati era abbastanza modesto”.
“Con la Zes Unica, invece, si è assistito a un cambiamento totale di approccio. Questo nuovo modello mira a conferire strategicità agli interventi per il Mezzogiorno, anche se comporta rischi e vantaggi. La ZES Unica, essendo diventata un intervento più generale per il Mezzogiorno, offre maggiore coordinamento degli interventi e una certezza per le imprese, attraverso l’espansione del credito di imposta a tutti gli investimenti nella regione”.
“Tuttavia, il successo della ZES Unica dipende anche dalla sua “seconda gamba”: la semplificazione amministrativa. Questo aspetto, se ben gestito, potrebbe rappresentare una svolta significativa, trasformando la ZES in una vera politica industriale per il Sud. Fondamentale per il successo di questo nuovo approccio è il Piano Strategico ZES. Questo strumento potrebbe ridefinire il panorama industriale del Sud, identificando settori strategici e orientando le politiche di sviluppo in modo coerente”.
Tornando sul tema ZES – Autonomia differenziata ha aggiunto: “Rispondono a logiche opposte e quindi difficilmente possono stare insieme. La ZES Unica è un’ipotesi positiva perché coordina gli interventi, definisce delle strategie, ragiona nell’ottica di valorizzare quelle potenzialità del Mezzogiorno che possono servire a tutta l’Italia. Mentre il disegno di Autonomia differenziata sembra voglia acuire la contrapposizione territoriale: cercare di trattenere sempre più risorse nel centro nord nell’ottica che il Paese sia più disunito di quanto non sia, finendo per sottovalutare il tema fondamentale dell’interdipendenza tra Sud e Nord”.